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Apparato per l’induzione
Apparato per l’induzione
ALTRI STRUMENTI DI ELETTRICITà E MAGNETISMO

5 Apparato per l’induzione

n. 380 / 1871 - £ 20,00 ( Vol. I n. 440 )

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Apparatus for induction

The device allows to study the phenomenon of electromagnetic induction discovered by Faraday. Any variation of magnetic flux chained with a circuit provokes in this an electromotive force for the time in which the variation of flux lasts.

Il dispositivo è costituito da due rocchetti coassiali, cilindrici e cavi, l’uno scorrevole all’interno dell’altro, entrambi rivestiti da una pellicola isolante. Il rocchetto esterno è fissato tra due supporti in legno che poggiano su una base, dotata di quattro piedini sagomati, che porta due serrafili per consentire il collegamento elettrico del dispositivo ad un circuito esterno. Il rocchetto interno presenta, ad una delle due estremità, le parti terminali degli avvolgimenti di cui è costituito. L’apparato è corredato da un nucleo di ferro dolce inseribile nel rocchetto interno. Se si collega, ad esempio, il rocchetto interno ad una pila e quello esterno ad un galvanometro, il primo costituisce il cosiddetto circuito primario o induttore mentre il secondo il cosiddetto circuito secondario o indotto. Si può invertire il ruolo dei due rocchetti ed ottenere analoghi risultati.

Qualsiasi variazione di flusso magnetico concatenato con un circuito provoca in questo una forza elettromotrice per l’intervallo di tempo nel quale avviene la variazione di flusso. Tale variazione può essere ottenuta con modalità diverse.

Se si chiude o si apre alternativamente il circuito del primario, ad ogni interruzione di corrente, il galvanometro, collegato al secondario, segna un impulso di corrente indotta.

L’induzione avviene anche se si fa soltanto variare la distanza tra i due rocchetti introducendo o estraendo, ad esempio, un rocchetto dall’altro. Correnti indotte si producono ugualmente se si introduce nel rocchetto più interno il nucleo di ferro dolce in modo che sporga da entrambi i lati e si avvicini poi, rapidamente, ad un’estremità di questo uno dei poli di una calamita permanente.

Nel 1831 lo scienziato inglese M. Faraday (1791-1867) scoprì che si produce una forza elettromotrice indotta per effetto delle variazioni di un campo magnetico. I risultati sperimentali sui fenomeni sopra descritti, a cui Faraday attribuì il nome di "induzione elettromagnetica", furono riportati in una sua pubblicazione dal titolo Ricerche sperimentali intorno all’elettricità. La portata scientifica dei risultati ottenuti in questo ambito ha avuto numerosi riscontri applicativi nel campo della medicina e dell’industria.

 
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