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Diapason elettromagnetico con microscopio
Diapason elettromagnetico con microscopio
ALTRI STRUMENTI DI ELETTRICITà E MAGNETISMO

27 Diapason elettromagnetico con microscopio

n. 397 / 1890 - £ 130,00 ( Vol. I n. 2486 )

220x220x560 / Tecnomasio - (Milano)

Electromagnetic diapason on a metal column with microscope

It is an electro-acoustic appliance that was rapidly widespread in all technical and scientific applications when it was necessary to produce a long running frequency, longer that the diapason normal extinguishing times.

Il dispositivo è fissato ad un’asta di sostegno con treppiede, in acciaio e ghisa, per mezzo di una vite zigrinata di ottone collegata ad un morsetto sferico cavo che consente lo scorrimento dell’apparecchio lungo l’asta stessa. Il dispositivo è composto essenzialmente da un diapason, fissato ad una cassa di risonanza di legno, e da un elettromagnete costituito da due bobine le cui espansioni polari recano due grosse viti che possono avvicinare o allontanare i rebbi, modificando l’ampiezza di oscillazione degli stessi e non la frequenza che è caratteristica del diapason, 256Vs come riportato sul dispositivo. La cassa è attraversata trasversalmente da un sostegno in ottone nel quale è inserito un microscopio la cui parte terminale si trova all’interno dei rebbi. Ad uno dei rebbi è fissato un sistema che reca un martelletto che permette di attivare e disattivare il contatto elettrico con i rebbi stessi. Una vite micrometrica, anch’essa in ottone, consente al martelletto di essere bloccato o meno. All’altro rebbio è fissato uno stilo metallico che evidenzia le oscillazioni subite dal diapason. Il diapason e l’elettromagnete vengono collegati in serie e alimentati da un generatore di corrente continua ad esempio un elemento Grenet.

Se si chiude il circuito elettrico il diapason entra in vibrazione e ciò comporta la periodica apertura e chiusura del circuito poiché i poli dell’elettromagnete attraggono e subito dopo respingono, in modo alternato, i rebbi dell’apparecchio. E’ così possibile eccitare il diapason, che funge ora da interruttore, e che vibra in modo costante e senza smorzamento, sottoposto ad una forza periodica di frequenza uguale a quella del diapason. L’energia di vibrazione del diapason eccitato viene comunicata alle pareti della cassa, all’interno della quale si generano onde sonore, che, attraverso le bocche della cassetta stessa, si propagano nell’aria circostante. Attraverso il microscopio si può osservare come la punta dello stilo metallico, che vibra insieme al rebbio a cui è fissato, descriva una curva dovuta alla composizione delle due vibrazioni, quella dello stilo stesso e quella del diapason. Le immagini delle curve risultano del tipo di quelle che si ottengono con i metodi ottici di J.A.Lissajous (1822-1880), utilizzati dal fisico nei primi anni della seconda metà dell’ottocento.

L’apparecchio elettroacustico si affermò rapidamente in tutte le applicazioni tecniche e scientifiche nelle quali era necessario generare una frequenza per tempi lunghi rispetto al tempo di smorzamento tipico del diapason.

 
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