Pietro Voglino, illustre botanico, micologo genovese, nato nel 1864, compare nell’elenco Assistenti Giardinieri e Tecnici dell'Orto Botanico di Padova come assistente dal 1884 al 1885. Nel 1893 pubblica un primo lavoro sulla flora micologica - un elenco comprendente una trentina di specie - nel bollettino botanico nazionale. Collabora con Pier Andrea Saccardo nello studio dei Micromiceti e nella stesura della Sylloge fungorum omnium hucusque cognitorum, un’opera che raccoglie e classifica tutte le specie fungine conosciute, corredate di una breve diagnosi e disposte sistematicamente. Nel 1903 fonda il Primo Laboratorio di Fitopatologia Italiano a Torino, annesso al Gabinetto di Storia naturale del Liceo Massimo d’Azeglio, presso il quale egli insegna. Sotto la guida del Voglino il laboratorio viene potenziato e, nel dicembre del 1908, diventa autonomo assumendo la denominazione di Osservatorio consorziale di fitopatologia. Con RD 3 maggio 1914 n. 421 il Governo riconosce l'istituzione con il nome di Osservatorio di fitopatologia, a cui viene affidato il servizio fitopatologico anche per le province di Cuneo e Novara. Con RD 26 aprile 1923 n. 1024 l'Osservatorio è trasformato in Laboratorio sperimentale di fitopatologia con annesso Regio osservatorio per le malattie delle piante (OMP Torino).
Nel periodo torinese, l'illustre fitopatologo Voglino si occupa soprattutto di Agaricacee, di cui studia la fisiologia e, in particolare, le malformazioni. Pubblica numerose piccole Flore locali. Mantiene la direzione del Laboratorio fino alla morte, che avviene nel 1933.
Pietro Voglino (n° inv. 118): le informazioni relative al campione sono riportate direttamente sul foglio d’erbario
Di Giovanni Battista Canepa, nato a Genova il 17 agosto 1841, non sono state rinvenute informazioni che riguardano la vita. Le frammentarie notizie reperite si riferiscono alla sua attività di giardiniere presso orti botanici di diverse Università, quali Pavia, Cagliari, Genova e Roma.
Giovanni Battista Canepa (n° inv. 91)
Nato a Modena nel 1852, Giovanni Cuboni fu prima assistente di Botanica a Roma, poi docente alla scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano Veneto, dove acquistò larga fama con i suoi lavori sulla peronospora della vite. Diresse dal 1881 fino alla sua morte, avvenuta a Roma nel 1920, la Regia Stazione di Patologia Vegetale di Roma ottenendo risultati importanti e con risonanza anche all’estero, in particolare per lo studio sugli effetti dell’inquinamento industriale sulle coltivazioni.
Giuseppe Cuboni (n° inv. 91)
Primogenito di Abramo, Caro Benigno Massalongo nasce a Verona il 25 marzo 1852. Fin dal 1872, ancora studente di filosofia all'Università di Padova, figura tra gli assistenti di Roberto de Visiani, prefetto dell'Orto Botanico, e l'anno successivo ottiene la laurea. Nel 1876 consegue, sempre presso l'Università di Padova, il titolo di docente privato e due anni più tardi è chiamato all'Università di Ferrara, dove fonda l'Istituto botanico, arricchendolo di libri e di laboratori. Si occupa dello studio delle Epatiche, dei Funghi, della Teratologia e della Cecidologia. Redige anche un accurato, e per quel tempo completo, censimento delle piante crittogame dell'agro veronese. È socio di numerosi istituti e accademie, tra le quali l'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, città dove ricopre anche la carica di conservatore del Museo Civico di Storia Naturale, al quale lega le sue collezioni di botanica. Muore a Verona il 18 marzo 1928.
Caro Benigno Massalongo (n° inv. 91): revisione tassonomica
Chiamato alla cattedra di Botanica presso la Regia Scuola Superiore di Agricoltura, istituita nel complesso della Reggia di Portici nel 1872, Pedicino fondò l'Orto botanico, che diresse dal 1873 al 1877, dandogli finalità didattiche senza snaturarne la struttura originale. Nel 1875 egli pubblicò il primo catalogo dei semi e nel 1877 fece costruire una serra in ferro e vetro di ottima fattura e ben integrata nel contesto del Giardino storico. Fu poi professore di Botanica all'Università di Roma. Pubblicò diversi lavori di istologia, anatomia, algologia ed ecologia.
Nicola Antonio Pedicino (n° inv. 91)
Di nobili origini, Galdino Gardini nasce a Bologna nel 1832 dove si laurea in medicina ad appena 20 anni. Nel 1861 arriva a Ferrara al Regio Liceo “L. Ariosto” e, dopo 30 anni d’insegnamento, nel 1892 (Regio Decreto M.P.I., 28/1/1892), su sua richiesta, viene collocato a riposo (Regio Decreto Corte dei Conti, 18/6/1892), pur non avendo raggiunto il limite d’anzianità di servizio, a seguito delle gravi condizioni di salute. Muore a Ferrara nel 1907 (la tomba è tuttora conservata presso la Certosa).
Nel 1862, presso l’Università Civica di Ferrara, venne istituita una cattedra di Storia Naturale e venne stabilito che i suoi insegnamenti dovevano avvalersi di un museo appositamente concepito, inteso quindi con finalità didattiche oltre che illustrative. Il Consiglio Comunale, nel 1864, decise di affidare la direzione del nuovo Museo di Storia Naturale, assieme alla relativa cattedra, al Prof. Galdino Gardini, incarichi che egli esercitò congiuntamente all’insegnamento liceale.
Da allora fino al 1892 la sua vita fu indissolubilmente legata alle vicende del Museo cittadino, di cui fu l’artefice dell’impetuoso decollo. Sotto la sua direzione le collezioni del nuovo museo crebbero, da un modesto nucleo settecentesco scorporato dal preesistente Museo Civico Archeologico e Numismatico, fino a contare più di 74.000 esemplari di zoologia, mineralogia, geologia, paleontologia, etnografia. Non di rado i reperti naturalistici derivarono da donazioni e raccolte effettuate direttamente dal Gardini che nello stesso tempo provvide a costituire un Gabinetto di Storia Naturale presso il Regio Liceo Ariosto, incrementandone via via le collezioni: spesso acquisiva i pezzi in duplice quantità, uno per il Museo Civico e l’altro per il Gabinetto del Liceo [anche i contenitori in cartoncino ove essi vengono collocati sono dello stesso tipo ed i cartellini originali che li accompagnano, se conservati, sono scritti dallo stesso Gardini. Egli compila e firma personalmente gli inventari del Gabinetto del Regio Liceo dal 1872 al 1886; per il restante periodo di permanenza al Liceo non sono stati trovati i registri].1
L’organizzazione dei materiali del Museo di Storia Naturale, solennemente inaugurato nel 1872 nell’allora sede di via Roversella, ex Convento delle Martiri, fu esemplarmente concepita dal Gardini allo scopo di evidenziare il ruolo sociale della scienza, le applicazioni che le conoscenze acquisite circa l’origine e la natura dei materiali trovano nell’industria e nell’economia in generale, tanto che una delegazione dei Musei di Venezia lo incaricò di ordinare per essi “una collezione di storia naturale applicata alle industrie, seguendo il concetto scientifico da lui adottato” per l’istituzione ferrarese. L’impostazione con cui Gardini cercò di organizzare il materiale derivava da una generale adesione ai canoni positivistici della cultura scientifica contemporanea, particolarmente sentita nel suo legame con le “industrie”. Nel 1862, a Siena, Gardini aveva partecipato al X Congresso degli Scienziati Italiani sottolineando che lo “studio della geologia deve, per quanto è possibile, favorirne in generale le industrie e la Metallurgia in ispecie”.
In contatto epistolare con insigni scienziati dell’epoca come Luigi Bombicci2 e Luigi Pigorini 3, Gardini fu autore di numerose pubblicazioni scientifiche, di cui curò egli stesso un minuzioso elenco nel 1899. In piena sintonia con l’epoca positivista in cui operò, fu un convinto assertore della divulgazione di una cultura scientifica che superasse il limite della curiosità naturale. Certo del ruolo della scienza nell’ambito del progresso umano, Gardini si fa sostenitore e promotore della teoria evoluzionistica proposta da Darwin (1859), in contrapposizione alle tesi creazioniste e all’ipotesi della generazione spontanea degli esseri viventi.
Per contribuire alla diffusione dei “più comuni argomenti di Storia Naturale”, nel 1872 pubblicò sulla Gazzetta Ferrarese due articoli, ritenendo insufficiente lo spazio offerto alla scienza nell’ambito della cultura italiana contemporanea, dove “l’istruzione scientifica è ancora considerata come cosa superflua, come un lusso inutile”; il primo scritto riguardava un tema ancora oggi variamente discusso, l’antinomia “Istinto e intelligenza”, interpretato alla luce delle nuove teorie evoluzionistiche; nell’articolo successivo, “Diamante e carbone”, con l’illustrazione di esperienze e teorie tratte dalla chimica, che forniscono anche un breve ma significativo quadro di storia della scienza, Gardini spiega come le due “sostanze minerali non sono che una medesima sostanza, il carbonio, sotto un aspetto diverso.” Sempre nel 1872, nelle sale del Museo, tiene una conferenza pubblica “Sulle epoche preistoriche”, argomento poi ripreso nell’inaugurazione dell’Anno Accademico 1887/1888 (Gardini, 1888, I nostri progenitori).
L’attiva presenza del Prof. Gardini nel panorama della vita sociale ferrarese è attestata, inoltre, da notizie relative ad impegni pubblici di vario genere: nel 1866 fu tra i sottoscrittori ”che concorsero alla definitiva costituzione del Comitato Ferrarese di Soccorso per i militari feriti e malati in tempo di guerra”; nel 1880 fu scelto come candidato da entrambi i partiti partecipanti alle elezioni Comunali e Provinciali; nel 1888 fu membro della Commissione incaricata di compiere ricerche storiche sulla musica, in occasione dell’Esposizione Internazionale di Bologna; sempre nel 1888 fece parte della Rappresentanza dello Studio ferrarese inviata a Bologna per il Centenario dell’Università Felsinea, come docente e come preside della Facoltà di Scienze Fisiche e Matematiche.
Con il suo pensionamento, avvenuto nel 1892, il Museo di Storia Naturale fu chiuso al pubblico, per riaprire solamente 60 anni dopo (1952), nell’attuale sede di via De Pisis, sotto la direzione del Prof. Mario Canella, mentre le antiche Collezioni del Gabinetto di Storia Naturale del Regio Liceo Ariosto, ancora oggi discretamente rappresentate, sono oggetto da diversi anni di un intervento di recupero e valorizzazione, a fini didattico-museali, che ha consentito la realizzazione di un percorso espositivo denominato Naturalia.
1 Un ulteriore, curioso, dato che lega la figura di Gardini con il Liceo Ariosto è rappresentato dal busto di marmo di Ludovico Ariosto, opera che lo scultore ferrarese Angelo Conti (Ferrara 1812-1876), allievo di Thorwaldsen a Roma, realizzò nel 1875 e tuttora conservato nel Liceo. Il Conti nutriva interessi anche per la paleontologia, tanto da raccogliere circa 20.000 esemplari e pubblicare i suoi studi sui “Fossili pliocenici di Monte Mario” (Roma), collezione poi donata al Museo di Storia Naturale di Ferrara sotto la direzione del Gardini.
2 Siena 1833 - Bologna 1903; nel 1853 laurea a Pisa in Scienze Naturali, dal 1860 Professore ordinario di Mineralogia all’Università di Bologna e dal 1862 Direttore del Museo di Mineralogia dello stesso ateneo, che ne porta attualmente il nome.
3 Padova 1842-1925; Archeologo e Paletnologo, Direttore del Museo di Storia Naturale di Parma sino al 1875, nel 1876 fonda il Museo Preistorico ed Etnografico di Roma che ne porta tuttora il nome.
Cartellino autografo di Galdino Gardini (n° inv. 116) con breve descrizione