Aristolochia clematitis L.

Aristolochia clematite

Regno:
Plantae
Phylum:
Spermatophyta
Classe:
Magnoliopsida
Sottoclasse:
Magnoliidae
Superordine:
Magnolianae
Ordine:
Piperales
Genere:
Aristolochia
Specie:
Aristolochia clematitis L.
 
Aspetto:

Pianta erbacea perenne di 2-10 dm con rizoma strisciante, ramoso;

Fusti erbacei eretti o leggermente a zig-zag, semplici o ramificati alla base;

Foglie inserite a spirale con lamina ovato-cordata, apice ottuso;

Fiori gialli, brunastri sul lembo, saldati a tubo con base ingrossata e posizionati all’ascella delle foglie;

Capsula ovoide, pendula (Ø 3 cm).


Forma biologica: G rhiz
Periodo di fioritura: IV-V
Habitat: Boschi di latifoglie, siepi e incolti (nitrofila); 0-1000 m
Elemento corologico: Submediterranea
Leg/Det:
G. Gardini
Luogo e data di raccolta:
Provincia Ferrarese
Stato di conservazione:
Ottimo
Interventi di restauro:
Pulitura e spillatura della tavola
Interventi conservativi:
Trattamento antiparassitario in freezer a -23/-25 °C per un minimo di 48 ore
N° inv. vecchio:
125 sezione quattro (4)
N° inv. nuovo:
116
Annotazioni dell'autore:
Stralozzi. Erba astrologa. Perenne. Danneggia le viti, indica terreno argilloso e profondo.
Etimologia:

Il nome del genere deriva dal greco áristos = ottimo e locheía = parto, perché si riteneva efficace per i travagli e le infezioni del parto; poiché la pianta spesso si sostiene su altre piante, il nome specifico si collega alle clematidi, dal greco klematís = tralcio.

Note:

Proprietà ed usi: Molte specie di Aristolochia erano già note nell’antichità ed impiegate per la loro azione stimolante, per accelerare il parto ed alleviare i postumi ed usato come emmenagogo. Dal XVIII secolo le aristolochie sono state utilizzate nelle campagne per le loro proprietà astringenti e vulnerarie.

Teofrasto ci tramanda che la pianta veniva usata per trattare disordini uterini, morsi dei serpenti e ferite. Anche gli indiani d’America la usavano contro i morsi dei serpenti e le febbri. Questi usi erano basati sulla dottrina dei segni, come la forma del fiore simile all’utero o al serpente (Cosa che si riscontra anche per altre piante usate nell’antichità). In realtà è una pianta medicinale, ma tossica e capace di procurare aborti, avvelenamenti, tachicardia, nausea, convulsioni, degenerazione del fegato e anche la morte per arresto respiratorio. Il principio attivo è l’acido aristolochico, che in seguito ad esperimenti fatti sui roditori, è risultato altamente cancerogeno. In alcuni stati, come la Germania, tutti i prodotti a base di Aristolochia sono stati proibiti e tolti definitivamente dal commercio, per la riscontrata tossicità e pericolosità.

Curiosità: I fiori giallo oro e l’odore particolare della Aristolochia sono una trappola per gli insetti, i quali entrati nelle corolla, a forma di pipa, scivolano su di un rivestimento ceroso che si trova all’interno e poi una barriera di peli impedisce loro di risalire all’esterno. Quando poi il fiore appassisce, gli insetti prigionieri, ricoperti di polline, si liberano assicurando così l’impollinazione.


 
 
Bibliografia

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